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Francesca Caputo

Pensare la pedagogia in prospettiva fenomenologico-esistenziale. Husserl, Heidegger, Jaspers

Asterios, Trieste 2019

 

Un’idea di educazione progettante

L’idea di questo lavoro di ricerca si incentra sulle possibilità di pensare la pedagogia in base al quadro categoriale sviluppato dalla fenomenologia filosofico-esistenzialistica.

Due le finalità principali: da un lato, percorrere una via di autochiarificazione esistenziale, restituendo al singolo la decisione sul senso del mondo (in cui è radicato e di cui è parte), la libertà (individuale) di scelta e il suo poter essere; dall’altro, aprire, con le categorie della cura, del co-mondo, del con-essere e della responsabilità come trascendenza, al contesto generale delle relazioni interpersonali essenziali per lo sviluppo delle qualità umane in un mondo sempre più difficile e globalizzato. Siamo all’interno teorico e pratico di una linea di pensiero (a dire il vero, in parte, già prefigurata dalla tradizione neoumanistica europea mediante quel processo di Selbstbildung che Goethe, Schiller e Wilhelm von Humboldt avevano indicato come fondamento dell’educazione) che può  dare compiuta consistenza, soprattutto, alla coscienza storica dell’humanitas nell’intreccio inter-relazionale: Io-mondo/essere-nel-mondo. Tale concezione, oggetto di studio, in parte, già in Hegel e ampliata dalla linea storicistica con i contributi di Dilthey e dei suoi scolari e interpreti e, non da ultimo, nutrita e vivificata grazie ai contributi di Heidegger e Gadamer e dagli approcci ermeneutici in generale, riporta alla luce, come questa ricerca dimostra, il patrimonio della Bildung, oggi minacciato dalla dimenticanza dell’essere (così almeno nell’analisi fenomenologica di Heidegger), ma forse e soprattutto dall’imporsi del monopolio dei saperi nomotetici sull’esperienza normativa e riflessiva (o simbolica), sulla scia di logiche in gran parte di mercato a cui sembrano, almeno in parte, volersi orientare anche le scuole e le università.

È  il pensiero meditante e riflessivo (besinnliches Denken) quel che con questa ricerca (da Husserl a Heidegger e Jaspers), filosoficamente e pedagogicamente, si recupera. Il ritorno alle cose (zurück zu den Sachen) di Husserl, l’originarietà della domanda sull’essere di Heidegger, il senso della scelta e della trascendenza in Jaspers,  permettono di uscire ‒ come i presupposti e i risultati di questo lavoro di ricerca dimostrano ‒ dagli steccati e dai recinti schematici già saputi, definitivi e certi, in cui è già tutto valutato e ove regna la presunzione di poter tracciare nettamente la via alle nostre azioni umane. Il ritorno alle cose, all’essere e alla trascendenza apre, infatti, al concetto di mondo della vita, inteso come essere-nel-mondo, e di un Io, inter-relato col co-mondo, su cui è possibile edificare non solo la filosofia, la scienza, la pedagogia, ma anche ogni altro tipo di senso e di progettualità che gli umani vogliono assegnare a se stessi e a un mondo che è sempre già dato, ma continuamente ri-emerge e si ri-costituisce nelle varie interpretazioni a partire dagli orizzonti fenomenologico-esistenziali che gli autori qui studiati evidenziano.

Francesca Caputo ha conseguito, presso l’Università della Calabria, due dottorati di ricerca, in Modelli di formazione. Analisi teorica e comparazione e in Studi Umanistici. Testi, saperi, pratiche: dall’antichità classica alla contemporaneità. I suoi interessi di ricerca spaziano dalle aree della filosofia teoretica e pratica, della pedagogia sistematica e filosofica ad ambiti della ricerca di base che riguardano gli aspetti fondativi dell’etica anche in prospettiva storico-filosofica e storico-pedagogica. Nei primi anni di attività di studio e ricerca ha, tra l’altro, rivolto i suoi interessi scientifici ai nessi tra teoria critica, teoria della comunicazione ed educazione. Attualmente la sua attività di ricerca si focalizza sul tema della relazione di cura e di aiuto e, in particolare, sulle prospettive dell’impostazione fenomenologico-esistenziale per la ricerca pedagogica e didattica. Oltre a numerosi saggi, ha pubblicato i seguenti volumi: Scienza pedagogica comunicativa: Jürgen Habermas, Pellegrini, Cosenza, 1a ed. 2003 (rist. 2013); Etica e Pedagogia, vol. I: Linee di teorizzazione etica e pedagogica nel pensiero classico e medievale, Pellegrini, Cosenza, 1a ed. 2005 (rist. 2011); Etica e Pedagogia, vol. II: Linee di teorizzazione etica e pedagogica dal Rinascimento a Nietzsche, Pellegrini, Cosenza, 1a ed. 2005 (rist. 2012); Etica e Pedagogia, vol. III: Linee di teorizzazione etica e pedagogica dal Novecento ad oggi, Pellegrini, Cosenza, 1a ed. 2005 (rist. 2012). È redattrice della rivista «Topologik» fin dalla sua fondazione e ne è attualmente co-direttore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se si assume il paradigma fenomenologico-esistenziale come idea fondante dell’educazione, dovrebbe emergere, secondo uno dei presupposti di questa indagine, un’idea di educazione progettante, il cui obiettivo è giungere al cuore delle cose e dell’esistenza (giungere al cuore della propria esistenza, di ogni esistenza). Educare fenomenologicamente significherebbe lasciar parlare le cose, rispettare il venire alla luce del dato del fenomeno in quanto si mostra con la forza della sua evidenza originaria; educare lo sguardo all’essenziale, guardare il mondo in modo ‘disinteressato’,  partendo dai contenuti emergenti dall’esperienza concreta, cogliendo la realtà nella sua dimensione originaria, nella complementarità di elementi essenziali che strutturano costituzionalmente l’esistenza umana quali forme dell’essere al mondo come, per esempio, libertà, smarrimento, angoscia (piano esistenziale) ed elementi universali che strutturano le nostre situazioni concrete empiriche (piano esistentivo).