Michele Borrelli, Pedagogia come ontologia dialettica della società
Collana Pedagogia Teoretica, fondata e diretta da Michele Borrelli,
Pellegrini, Cosenza 4a ed. riv. ed ampl. 2005, pagine 377, € 20,00


Il presente studio non si comprende solo come ricostruzione della dissoluzione del pensiero storico-filosofico (dalla filosofia dell’essere o Ursprungsphilosophie alla Subjektphilosophie e Bewußtseinsphilosophie, dalla Reflexionsphilosophie alla Sprachphilosophie e Postphilosophie) e del pensiero storico-scientifico (dal Positivismo classico al Neopositivismo della Scuola di Vienna, dal Razionalismo Critico di Popper alla Teoria Critica della Scuola di Francoforte e al Postempirismo di Kuhn), ma anche come lettura critica della stessa dissoluzione. La ricostruzione evidenzia che il paradigma (antimetafisico) che accompagna ogni nuova dissoluzione metafisica non annulla mai il metafisico, ma lo ricostituisce solo da posizione diversa. I passaggi filosofico-scientifici ricostruiti, dalla Ursprungsphilosophie alla Subjektphilosophie/Reflexionsphilosophie e alla Sprachphilosophie, confermano che ogni svolta (Wende) filosofica si avvera sempre all’interno e mai all’esterno del trascendentale. Ogni dissoluzione (metafisica) non fuoriesce mai totalmente dalla sua genesi, e cioè dalla possibilità (trascendentale) della sua stessa condizione (trascendentale). Ogni portarsi oltre il metafisico è sempre anche rientro nel metafisico come unica possibilità di critica della metafisica. Ogni portarsi oltre la critica è possibile solo entro i limiti della critica. Ogni fuoriuscire dalla dialettica è sempre rientro nei limiti segnati dal dialettico.

La riflessione pedagogica, che segue il processo filosofico-scientifico di dissoluzione generale di ogni elemento trascendentale, è sviluppata all’interno del processo stesso di dissoluzione fin nei limiti della dialettica della sua paradossalità concettuale e della sua autolacerazione. Il risultato è esso stesso spietato e paradossale: la pedagogia è riflessione filosofica sull’autoparadossalità del pensiero e, di conseguenza, riflessione sulla propria autoparadossalità: protesta filosofica contro se stessa ed il pensiero, tentativo di portarsi col concetto oltre il concetto (Adorno).

L’educazione, analogamente alla teoria pedagogica, condivide col pensiero filosofico la libertà della paradossalità, ovverosia la paradossalità della libertà:

– voler essere libera (e liberare il soggetto libero), ma il pensiero non-libero la imprigiona nella libertà dell’illibertà;

– voler esser autonoma (e liberare all’autonomia/all’autodeterminazione del soggetto), ma il pensiero non-autonomo la costringe all’eteronomia, all’autoestraneazione;

– voler essere condizione del soggetto libero e di questi realizzazione libera (autorealizzazione); ma del soggetto non rimangono che il suo oggettivarsi nell’oggettualità sociale che lo precede già sempre socialmente e la consapevolezza nuda e cruda della coscienza oggettiva del suo status reale di reificazione.

L’autoparadossalità spinge continuamente il pensiero (pedagogico) all’utopia, sua unica vera autopoiesis, all’utopia dell’autoparadossalità, alla paradossalità dell’utopia, ultima àncora di un pensiero che si oppone all’autolacerazione e al dissolversi in una ragione irriconoscibile, neutrale a se stessa, postmodernisticamente annullata, di principio, nei suoi fondamenti e, quindi, nelle sue pretese, nelle sue possibilità e nelle sue speranze.