TOPOLOGIK.net     ISSN 1828-5929      Anno 2008


Su richiesta di molti nostri lettori, qui di seguito riportiamo alcune poesie di Michele Borrelli, tratte dalle due raccolte di poesie dell'autore, recentemente pubblicate da Pellegrini, Cosenza 2008

 

A Ungaretti

L'immenso

s'è ritirato

e non c'è più mattino

che ci illumini

 

Non sapeva

dello scempio

che l'ente

procurava

all'essere

 

Il buio

è ora la nostra

immensità

 

Anche il sole

s'è ritirato

e le stelle

non brillano più

 

Non spunta

all'orizzonte

alcun Dio

 

Nessun Dio

potrà essere più

massacrato

 

S'è ucciso di propria

mano

non ha sopportato

l'immensità del dolore

 

Siamo noi tutti

come

d'autunno

sugli

alberi

le foglie

 

(Michele Borrelli, Ho provato a dirti amore:

la voce del cuore, Pellegrini, Cosenza 2008, pp. 43-44)

 

 

 

A Martin Heidegger:

Lichtung

 

L'essere

hai detto

è tempo

e non può dirsi

perché ogni definizione

è perderlo

 

L'essere

hai detto

è storia

ma non storia dell'uomo

storia di se stesso

 

L'essere

hai detto

è voce di sé

e tu essere umano

puoi porti in suo ascolto

solo se esso a te si rivela

affinché la verità sua

e solo sua

a te si dischiuda

 

Ma dimmi essere

se noi ti abbiamo obliato

come il tuo scopritore

della Selva Nera dice

tu perchè ci hai abbandonato?

 

Perché ti nascondi e poi

timidamente come un bambino

che gioca riappari

per nasconderti di nuovo nel corso della storia?

 

Se la storia è storia

di te

quando avverrà l'evento

in cui noi siam con te e tu con noi?

 

Quando ascolteremo la tua voce tal che

il tuo Anklang

è per noi luce?

 

Essere

tu che della verità

sei l'evento

perché non rischiari i nostri cuori

affinché siam di te veri pastori?

 

(Michele Borrelli, La voce dei fiori. Quaranta liriche per la ricerca di senso, Pellegrini, Cosenza 2008, pp. 43-44)

 

 

 

La partenza

 

Pa'

com'è la morte?

Come te piccina mia

con le treccine

le manine

e i piedini
gracili e dolci

proprio come i tuoi

 

verrà prima dell'alba?

Si cuore mio

prima dell'alba

quando calerà la tua febbre

e partirete assieme

mano nella mano

 

com'è vestita la morte?

Tutta di bianco come te

anima mia

e sarà candida

e radiosa

così come solo tu sai essere

 

perché di bianco?

Perché vi confonderete con le nevi

e su in alto

molto in alto

potrai vedere gli orsacchiotti

che tanto piacciono a te

rotolare intorno a mamma orsa

bianchi

bianchissimi

 

poi sarò da mammina

vero?

Sì vita mia

 

Scenderete allegre e spensierate

per monti e valli

finché non apparirà un prato

dai colori dell'arcobaleno

e l'aria sarà un canto meraviglioso di profumi

e l'acqua dei ruscelli chiara di cristallo

 

In mezzo a quel fascio di colori

ci sarà mammina

è da anni che aspetta il nostro arrivo

per abbracciarci e non lasciarci mai più

 

se chiederà di te

che le dirò?

 

Dille che ti ho detto

solo un attimo ancora

 

Solo il tempo

per cogliere

i fiori più belli

per portarle una ghirlanda

 

 

(Michele Borrelli, Ho provato a dirti amore: la voce del cuore, Pellegrini, Cosenza 2008, pp. 17-18)

 

La voce dei fiori

 

Non calpestate

i fiori

non è vero

che non soffrono

 

Non strappate

i loro petali

non è vero

che non piangono

 

Se di notte

nella quiete

del silenzio

e del buio

più totali

l'orecchio

adagiate

sul prato

lento

vi assale

un fruscio

di suoni

misteriosi

 

Sono le voci

strazianti

dei fiori

degli steli

che cercano

le corolle

e queste

i loro petali

smarriti

similmente

alle anime

degli umani

instancabilmente

alla ricerca

dei loro corpi

ahimé

da esse

inesorabilmente

divisi

 

 

(Michele Borrelli, La voce dei fiori. Quaranta liriche per la ricerca di senso, Pellegrini, Cosenza 2008, pp. 41-42)