Mario Alcaro, Filosofie della natura. Naturalismo mediterraneo e pensiero moderno,
manifestolibri, la nuova talpa, Roma 2006, pagine 223, € 22,00


Il rischio oggi drammatico del disastro ambientale non va imputato solo al produttivismo esasperato, al consumismo e alla smisurata crescita della potenza tecnologica. Responsabile è anche il nostro modo di pensare la natura,  ossia l'immagine degradata e impoverita del mondo naturale che si è imposta nel pensiero moderno e contemporaneo.

Ciò non vale però, come questo libro dimostra, per l'intera storia della cultura occidentale. Al contrario, nelle filosofie premoderne che si susseguono nell'area mediterranea, da Atene a Roma al Rinascimento, la natura è pensata come un organismo vivente, come una Grande Madre-Terra ricca di potenzialità e di valori simbolici.

Con la nascita della modernità, questo valore simbolico del vivente si dilegua: l'universo appare ormai come un'immensa massa opaca, ridotta a semplice spazialità e a pura estensione. La natura perde la sua straordinaria creatività e produttività e viene ridotta a oggetto inerte. Proprio questa comprensione riduttiva è ciò che il volume si propone di mettere in discussione, in sintonia con il più recente pensiero ecologico e ambientalista.

Mario Alcaro insegna Storia della filosofia nell'Università della Calabria. Tra i suoi libri più recenti: Bertrand Russell (Giunti 1990), John Dewey. Scienza, prassi, democrazia (Laterza 1997), Sull'identità meridionale (Bollati Boringhieri 1999), Economia totale e mondo della vita (manifestolibri 2003).