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Raccolte degli scritti più attuali di
Karl-Otto Apel in traduzione italiana:
Lezioni di Aachen e altri
scritti (2004),
Cambiamento di paradigma. La ricostruzione trascendentalermeneutica
della filosofia moderna (2005),
Ermeneutica e filosofia
trascendentale in Wittgenstein, Heidegger, Gadamer, Apel (2006),
a cura, traduzione e presentazione di Michele Borrelli, Pellegrini
Editore.
KARL-OTTO APEL
Lezioni di Aachen e altri scritti
Apel,
nelle Lezioni di
Aachen e altri scritti qui raccolti, presenta la
fondazione razionale ultima trascendentalpragmatica dell’etica del
discorso quale risposta macroetica planetaria alla situazione
dell’uomo nella situazione storica del presente, nonché la
problematica complessa della sua applicazione, configurando una
nuova originalissima architettonica di fondazione della filosofia
pratica. L’intreccio di parte A (riferita alla comunità
discorsiva ideale) e parte B di fondazione (riferita alla
comunità discorsiva reale storicamente data) è
di estremo significato nell’etica del discorso: da un lato,
Apel considera il problema di fondazione
del criterio, sciolto dal contesto storico, della comunità
discorsiva ideale e della sua norma
procedurale fondamentale (Grundnorm);
dall’altro, però, la necessità di creare le condizioni reali di
applicazione della norma procedurale fondamentale nel senso di
un’etica della responsabilità riferita al contesto storico.
Apel sviluppa così sia rispetto alle
sfide esterne (crisi ecologica,
globalizzazione, giustizia su scala planetaria, ecc.) sia
rispetto alle risorse interne (riflessione morale) dell’etica
un approccio rigoroso non solo capace di mostrare la possibilità di
fondazione razionale ultima dell’etica del
discorso, ma altresì capace di mostrare la necessaria e
ineludibile interconnessione tra
comunità discorsiva ideale (parte A) e comunità discorsiva
reale (parte B) per la soluzione di tutti i problemi del
mondo della vita suscettibili di discorsività. Con
questa originale proposta
etico-discorsiva
Apel apre ad un’etica
trascendentalpragmatica non solo formale
dell’intersoggettività (parte A), ma anche della
responsabilità universalmente valida e che valuta le conseguenze e
gli effetti delle conseguenze di azioni e comportamenti umani (parte
B). Tale progetto trasforma l’etica del discorso in un’etica
della corresponsabilità planetaria.
KARL-OTTO APEL
Cambiamento di paradigma.
La ricostruzione trascendentalermeneutica della filosofia moderna
Col suo progetto postmetafisico
di fondazione (ultima) di filosofia e scienza,
Karl-Otto Apel si propone di
ripercorrere le impostazioni di
Aristotele, Descartes, Vico e
Husserl, nonché della filosofia
analitica e sviluppare un terzo paradigma
della philosophia prima,
un paradigma della conoscenza non più
coscienzialistico o soggettivistico, ma intersoggettivo, che
si basa tanto sulla comunità argomentativa
storica quanto sulla comunità argomentativa
ideale (illimitata). In questo suo tentativo originale e unico di
ricostruzione/trasformazione
trascendentalermeneutica della filosofia moderna,
Apel si avvale, tra l’altro, della
semiosi triadica
(rappresentazione iconica, rappresentazione
indessicale e rappresentazione simbolica)
delineata da Peirce, per portarsi
oltre la semiosi
diadica di Kant di una struttura
conoscitiva solipsistica (o
trascendentalsolipsistica come quella teorizzata da
Husserl) concepita, cioè, ancora sulla
relazione soggetto-oggetto della conoscenza e recuperare, rispetto
ai paradigmi tradizionali della filosofia prima, non solo l’inaggirabile
a priori o funzione trascendentale del linguaggio, ma anche l’inaggirabile
a priori trascendentale della comunità
argomentativa e, quindi, l’intersoggettività come condizione
di possibilità di ogni pretesa di validità e di verità. Questa
ricostruzione-trasformazione postmetafisica
della filosofia moderna su basi
trascendentalermeneutiche, ossia
trascendentalsemiotiche, pone fine già dall’inizio non solo
alla distinzione-opposizione tra scienze dello spiegare (della
natura: sapere nomologico) e scienze del
comprendere (spirituali: sapere storico) in quanto i due a priori
qui menzionati (quello del linguaggio e quello della comunità
argomentativa) sono presupposti
inaggirabili sia della conoscenza delle
scienze naturali sia della conoscenza delle scienze spirituali, ma
offre anche, con la messa in luce dei presupposti appunto
inaggirabili del discorso, sulla linea
teoretica delle evidenze acquisite dall’ermeneutica (Heidegger/Gadamer),
la possibilità di portarsi postweberianamente
- oltre gli scetticismi-relativismi
postmodernistici in generale o
radicalizzati in particolare, com’è il caso della
detrascendentalizzazione di
Derrida, del
contingentismo pragmaticistico di
Rorty o del relativismo linguistico di
Wittgenstein - su un piano
postcartesiano,
postkantiano e posthusserliano di
fondazione (ultima) di filosofia e scienza e, quindi, anche su un
piano di fondazione (ultima) della filosofia teoretica e pratica e,
di conseguenza, su un piano di fondazione (ultima)
di norme, morale ed etica.
KARL-OTTO APEL
Ermeneutica e filosofia trascendentale in
Wittgenstein, Heidegger, Gadamer, Apel
In questo confronto tra ermeneutica e
pragmatica trascendentale, sviluppato intorno ai temi delle
quattro impostazioni teoretiche più discusse oggi in filosofia, e
che interessa direttamente le condizioni di possibilità di ogni
argomentare (anche ermeneutico) e quindi le condizioni di
possibilità di ogni comprensione e comunicazione, di verità e di
giustificazione, di senso e di critica del senso, sono chiamate in
causa, oltre alla pragmatica trascendentale di Apel, la
teoria dei giochi linguistici di Wittgenstein, l’ermeneutica
dell’esserci (Dasein) (del primo Heidegger), nonché l’ermeneutica
della storia dell’essere (del tardo Heidegger) e la pretesa di
universalità dell’ermeneutica filosofica avanzata da
Gadamer. Quali sono gli interrogativi trascendentalpragmatici
che fanno da sfondo in questo confronto e che accomunano e,
nel contempo, distinguono e mettono allo scoperto le logiche
interne alle argomentazioni delle posizioni qui oggetto di
riflessione? Gli interrogativi sono i seguenti: è il logos del
discorso argomentativo a ricevere il suo fondamento di
validità dal senso temporale dell’essere e, quindi, dalla
storia (epocale) dell’essere o sono la temporalità
dell’essere e la storia epocale dell’essere a ricevere
dal discorso argomentativo il loro fondamento di validità? In modo
più generalizzato: la pretesa di validità di
un’asserzione filosofica (di ogni asserzione filosofica) dipenderà
dal logos della temporalità e della storicità dell’essere o
dal logos sovratemporale e sovrastorico del discorso
argomentativo? Detto ancora diversamente: è possibile parlare di
pretesa universale di validità in riferimento a un logos
trascendentale o tutto dipende dagli stili di vita
o modi di vivere (Wittgenstein) o da aperture storiche
(Heidegger) razionalmente non controllabili? E ancora: è
possibile parlare di fondazione o meglio di fondazione
ultima, nonché di etica del discorso e fondazione
dell’etica o fondazione di norme, in ultima analisi, di
fondazione della scienza e della filosofia? A queste domande
risponde con illuminante chiarezza l’ermeneutica trascendentale
di Apel, sfidando tutti i relativismi e gli scetticismi che
accompagnano il pensiero moderno. |