Michele Borrelli, Lettere a Kant. La trasformazione apeliana dell’etica kantiana,
Collana Metodologia delle Scienze Sociali, vol. 12, diretta da Michele Borrelli, Pellegrini, Cosenza 2005, pagine 134, € 15,00


Le riflessioni qui sviluppate mettono, da un lato, in evidenza alcune aporie da cui Kant non è uscito sia per quanto concerne l’ambito della fondazione etica (separazione e inconciliabilità di Io empirico ed Io trascendentale) sia per quanto concerne l’ambito della conoscenza (separazione rigorosa e inconciliabile di Verstand e Vernunft); dall’altro dimostrano che se al soggetto-conoscenza solus ipse e pre-linguistico, teorizzato da Kant, affianchiamo la suddivisione-distinzione di ragione teoretica e ragione pratica, notiamo che nonostante il tentativo della Critica del giudizio intesa come anello di congiunzione tra mondo fenomenico (Critica della ragion pura) e mondo noumenico (Critica della ragion pratica), non solo la ragione umana ha difficoltà a trovare la sua autosintonia (Selbsteinstimmigkeit), a cui Kant tanto aspirava, ma diventa anche impossibile portare avanti il tentativo kantiano di voler fondare universalmente l’etica e, in ultima istanza, la filosofia e la scienza. Per superare le aporie e il conflitto creati da Kant in seno alla stessa ragione e pensare in termini di fondazione dell’etica o di filosofia e scienza e/o di scienze sociali, le cinque lettere qui indirizzate a Kant sono state pensate come riflessioni alternative secondo la chiave di lettura trascendentalpragmatica, in base al doppio passaggio elaborato da Karl-Otto Apel: dall’Io conoscente al co-soggetto o intersoggetto e dalla separazione-distinzione di ragione pratica, ragione teoretica e ragione estetica all’unitarietà di queste tre accezioni di ragione nella ragione argomentativa.

In tutta una serie di passaggi, in cui viene chiamata in causa la fenomenologia quanto l’ermeneutica, la logica delle scienze sociali quanto la teoria della conoscenza, la “fine della filosofia” quanto una sua riproposizione in chiave postmetafisica, le Lettere a Kant mettono a fuoco i molti problemi odierni che minacciano l’umanità e le possibili soluzioni sul piano teoretico e pratico che l’etica del discorso di Karl-Otto Apel, diversamente dall’etica formulata da Kant, ha saputo elaborare in modo chiaro, illuminante e controcorrente.

Michele Borrelli è professore ordinario di Pedagogia generale presso l’Università degli Studi della Calabria, Dipartimento di Filosofia. Ha insegnato Didattica delle scienze sociali, Pedagogia storico-sistematica e Pedagogia interculturale presso la Justus-Liebig-Universität Giessen, la Johann Wolfgang Goethe-Universität Frankfurt am Main, la Bergische Universität Gesamthochschule Wuppertal e la Friedrich-Alexander-Universität Erlangen/Nürnberg. Tra le sue pubblicazioni più recenti si segnala lo studio svolto nell’ambito del progetto di ricerca europeo sul tema “Pedagogia critica” (Europäische Forschergruppe “Kritische Erziehungswissenschaft”), i cui risultati sono usciti in versione tedesca: Dietrich Benner, Michele Borrelli, Frieda Heyting, Christopher Winch (a cura di), Kritik in der Pädagogik – Versuche über das Kritische in Erziehung und Erziehungswissenschaft, Zeitschrift für Pädagogik, n. 46. Beiheft, Beltz, Weinheim, Basel, Berlin 2003; in versione inglese: Christopher Winch, Frieda Heyting (a cura di), “Journal of Philosophy of Education”, Conformism and Critique in Liberal Society, Special Issue on Critique, vol. 38, Issue 3, August 2004; e in versione italiana: Michele Borrelli (a cura di), Pedagogia critica, trad. it. di M. Borrelli, Pellegrini, Cosenza 2004 (a finanziare la pubblicazione in versione italiana ha contribuito il Goethe Institut). Ha, inoltre, tradotto, curato e presentato al pubblico italiano scritti e inediti del filosofo tedesco Karl-Otto Apel, raccogliendoli in accordo con il filosofo in tre volumi: Karl-Otto Apel, Lezioni di Aachen e altri scritti, Pellegrini, Cosenza 2004, Karl-Otto Apel, Cambiamento di paradigma. La ricostruzione trascendentalermeneutica della filosofia moderna, Pellegrini, Cosenza 2005 e Karl-Otto Apel, Ermeneutica e filosofia trascendentale in Wittgenstein, Heidegger, Gadamer, Apel, Pellegrini, Cosenza 2006.