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Presentazione libri

 

Michele Borrelli, Nuovo umanesimo o nichilismo. Grandezza e miseria dell’Occidente, con un saggio di Karl-Otto Apel, Asterios Editore, Trieste 2017.

 

OMNIA SUNT COMMUNIA

La  presente ricerca pone al centro delle sue riflessioni l’idea di umanesimo nel pensiero occidentale. L’analisi interessa fondamentalmente tre passaggi (o paradigmi): l’umanesimo delle origini o dell’appartenenza, l’umanesimo della modernità o dell’emancipazione e l’umanesimo del futuro o della responsabilità planetaria, ultima spiaggia per la sopravvivenza dell’umanità.
La ricerca dimostra non solo l’importanza storica dei primi due umanesimi nel pensiero dell’Occidente, ma anche e soprattutto la necessità esistenziale globale di riunificarli e aprire a una terza forma di umanesimo: l’umanesimo della responsabilità planetaria. Un umanesimo (nuovo, planetario) in grado di unire gli sforzi storici dell’emancipazione dell’uomo con i luoghi di appartenenza (l’idea originaria di phisis e l’idea di kosmos), che potremmo tradurre oggi con le voci: (ricerca di) umanità e (cura e difesa della) natura. L’umanità è, in questo senso, la ricerca continua di una paideia universale all’insegna di un’etica minima condivisibile da tutti i popoli. Un umanesimo dell’emancipazione, in rottura e non in unione con l’umanesimo dell’appartenenza, trascina l’Occidente (e globalmente) verso la perdita dell’idea di umanità, sulla via inesorabile di una deriva nichilistica.

 

Che cos’è la vita buona?

Il futuro è una categoria etica, un’idea regolativa per portare avanti una buona vita in responsabilità e moralità. Non bastano le conoscenze e i saperi, abbiamo fortemente bisogno di moralità per orientarci nell’orizzonte dei principi di una buona vita; allo stesso tempo, abbiamo bisogno del cuore per muovere e smuovere la responsabilità di coscienze ferme al sonno dell’indifferenza. La responsabilità è una questione etica, ma senza i sentimenti, senza il cuore, anche l’etica rimane sospesa, fredda, inerme. Senza l’empatia, non si entra nel rispetto, nel riconoscimento, nell’affetto per l’altro e per le cose. Il passaggio dall’Io al Noi non è, come qualcuno teme, la negazione del sé, la perdita della propria identità. L’inter-relazione è riconoscimento reciproco, rispetto reciproco. Ecco perché l’educazione alla mondialità si dispiega su due piani: da un lato, sul piano antropologico che è lo sviluppo dell’uomo nella sua integralità e che presuppone i tre più volte menzionati ambiti di scienza, morale e arte e, dall’altro, sul piano della convivenza pacifica planetaria dei popoli, nella difesa e nella cura della vita (non solo umana) e della terra.

 

Michele Borrelli è professore ordinario di Pedagogia generale all’Università degli Studi della Calabria, Dipartimento di Studi Umanistici. Ha insegnato per oltre un decennio nelle università tedesche di Giessen, Wuppertal, Francoforte e Norimberga e pubblicato vari saggi nelle seguenti case editrici tedesche: Metzler (Stuttgart), Ehrenwirth (München), Schöningh (Paderborn) e Schneider (Baltmannsweiler). È presidente del Centro filosofico Karl-Otto Apel e del Premio Internazionale per la Filosofia – Karl-Otto Apel. Ha fondato e cura Topologik – Rivista Internazionale di Scienze Filosofiche, Pedagogiche e Sociali. Nel 2016 riceve dal Presidente della Repubblica Federale Joachim Gauck l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania.

Di Karl-Otto Apel ha tradotto in italiano e curato i saggi recenti più significativi: Lezioni di Aachen e altri scritti (2004); Cambiamento di paradigma. La ricostruzione trascendentalermeneutica della filosofia moderna (2005); Ermeneutica e filosofia trascendentale in Wittgenstein, Heidegger, Gadamer, Apel (2006).

Tra le opere più recenti: Ermeneutica trascendentale e fondazione ultima di filosofia e scienza – Introduzione al pensiero di Karl-Otto Apel (2008); Lettere a Kant – La trasformazione apeliana dell’etica kantiana (3a ed. 2010); Postmodernità e fine della ragione (2010); con R. Fornet-Betancourt, Filosofie contemporanee (2010);  La ricerca del fondamento in pedagogia – Contro una pedagogia ridotta a scienza empirica (2011); (con K.-O. Apel, R. Fornet-Betancourt, R. Panikkar), L’intercultura: filosofia e pedagogia (2011); Il pensiero pedagogico, intervista di F. Caputo (2014); Il tramonto della paideia in Occidente (2013); (con K.-O. Apel, A. Colombo, A. Cortina, R. Fornet-Betancourt, H. Burkhart), La fondazione dell’etica e la responsabilità per il futuro (2a ed. 2014).